Parto dai numeri: 53 chiamate al 155, 4 mesi e 13 giorni per gestire una segnalazione e 19 minuti al Corecom per risolvere un banale disservizio.
Questi i dati del mio problema dell’invio SMS da Firenze e dintorni che ho sofferto sulla mia sim Wind. Un paradosso: cosa era successo?
Era successo che dal giorno di San Valentino mi ero accorto che la mia linea telefonica non riusciva ad inviare SMS solo da alcune (ben) determinate zone d’Italia: dal mio paese di residenza, Rignano sull’Arno, nessun problema ma appena mi spostavo a Firenze, Roma, Versilia e sommariamente in tutto il nord della Toscana la rete mi restituiva un messaggio di errore.
Il 155 ha faticato a credermi (per usare un eufemismo… in un paio di occasioni gli operatori sono arrivati a dileggiarmi pesantemente, sic), ha cestinato almeno l’80% delle mie chiamate facendo cadere la conversazione o semplicemente “aprendo” segnalazioni mai esistite… e quando le segnalazioni sono state realmente aperte (ne ho certificate solo 4, nda) sono state chiuse in pochi minuti millantando, fino a pochi giorni dalla conciliazione al Corecom di lunedì scorso, di essere l’ufficio tecnico: peccato che non lo fossero, tanto che in sede conciliativa la mia richiesta è stata che la mia pratica fosse semplicemente lavorata da un tecnico del gestore.
E così è stato. Finalmente dal fine settimana scorso ho avuto il piacere di messaggiare ovunque mi trovassi tanto che sabato – contento come un bambino – ho inviato il mio primo SMS da… Firenze; ieri sera ho perfino ‘bissato’ dalla provincia di Lucca! Problema quindi finalmente risolto. Peccato che per avere quanto di più normale ci fosse – ossia la gestione di un disservizio da parte dell’ufficio tecnico… – abbia dovuto disturbare il Corecom Toscana.
Vi pare normale che uno debba fare questo uso del tentativo obbligatorio di concilazione quando basterebbe ascoltare i Clienti?
PS: per la cronaca ho appena scritto a Wind una lettera in cui chiedo, in nome della trasparenza, di conoscere quale fosse il tipo di disservizio sulla mia linea. Avrò mai risposta?
Una risposta a “L'(ab)uso del Corecom”