Osama e Facebook: cybercrimine o acriticità?

Lo so, alcuni miei amici che mi dicono sempre “Ma tu ce l’hai con Facebook, ammettilo” aggiungeranno questo mio post alla loro collezione della mia “antipatia” (?) per Facebook.

Escluso che uso Facebook da oltre quattro anni – per intendersi quando era solo in lingua inglese e praticamente “elitario” (oggi fa sorridere anche me il solo pensare quest’aggettivo riguardo al social network più vasto del pianeta, ma tant’è che nel 2007 i numeri – specie fuori dagli USA – erano minori a quelli di Anobii… se non sapete cosa è Anobii non preoccupatevi: mi rispondevano la stessa cosa di FB in quei mesi) – direi che la mia disaffezione è iniziata con il suo boom dopo le varie traduzioni in lingue locali. Italiano su tutti.

Disaffezione, piuttosto che antipatia, perché non ho apprezzato il nuovo “vento” di contenuti: uno perché sono un noto bastiancontrario, due perché mal sopporto la ridondanza di questi tempi.

Comunque tutto questo ha portato – e lo trovo un bene, sia chiaro – tanti nuovi utenti. Molti di loro sono alle prime esperienze su internet, i cosiddetti niubbi. Niente contro di loro, anzi. Nella famosa diatriba “Web vs. Report li usavo in senso propositivo per lo sviluppo della rete. Ma tra essere niubbi e non voler capire ce ne corre. Perché dico così? Guardate cosa si può leggere oggi.

C’è un virus che circola su Facebook. Anche il più distratto degli utenti web 2.0 l’avrà letto almeno una volta su una bacheca di un amico. Come il più distratto degli iscritti avrà visto questo link (nell’immagine).
Beh, certo che bisogna essere veramente distratti per non capire che non è un link come gli altri.
Ancora più distratti per cliccarci sopra. Mentre non so che aggettivo usare per vedere che una buona parte degli iscritti non abbia mai notato, pur condividendo un numero medio di link a testa più alto dei pranzi che si fanno in un anno, che esiste la segnalazione per questi contenuti.

Detto tutto questo perché mi sono allargato a definire (seppur bonariamente) quest’ultimo livello di distrazione “acriticità“? Perché se – come si può leggere su tante testate di settore – è vero che “spammer e cybercriminali non potevano lasciarsi sfuggire un “evento’’ del genere per creare scompiglio tra le pagine dei social network” non riesco a pensare – come nei casi delle truffe più classiche, tipo il gioco delle tre carte all’autogrill – che buona parte della colpa non sia in quelli che ci cascano.

Non vi spaventate, tifo ancora e tiferò sempre per i più deboli ma cavoletti… come si può credere che un vostro amico abbia il video della morte di Bin Laden quando ogni mass media dice che non è in circolazione? 😉 E’ vero che la TV non dice (quasi) mai la verità, ma che il mio pizzicagnolo abbia esclusive da Islamabad lo trovo altrettanto più bizzarro… e soprattutto Facebook non è acriticamente il male, ma neanche il bene.

E’ un mezzo e, come insegna l’esperienza sulle strade aperte al pubblico, talvolta per guidare serve – se non proprio un corso – almeno un po’ di attenzione. Non dico la patente, ma i segnali spesso sono tutt’altro che nascosti. Almeno su internet non ci sono alberi e frasche 😉

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