E’ da anni che si parla del paradosso dell’Eurotariffa. Un mio “pallino” in questo lustro, ovvero da quando il nuovo regolamento comunitario sul roaming internazionale ha fatto sì che i prezzi pagati da un cliente di telefonia mobile in altri paesi europei avessero un “cap” per le telefonate, gli sms e (infine) per internet.
Un tetto massimo che è servito ad abbassare (moltissimo) le tariffe degli operatori UE. Un ottimo risultato. Con un piccolo grande “no sense”, ovvero che gli stessi gestori hanno offerto -e offrono tuttora- all’interno dei propri confini nazionali tariffe più onerose di quelle in vigore all’estero. Incomprensibile per i costi sostenuti, ma pienamente in sintonia con un settore (solitamente) deregolamento all’interno delle varie nazioni.
E così capita che gli SMS e le chiamate internazionali (a volte anche quelle nazionali di alcune vecchie tariffe…) costino meno quando ci troviamo sulla rete di un operatore estero che sulla nostra. Un paradosso che, più o meno, incidentalmente è stato risvegliato da questo comunicato stampa dell’Unione europea dove – parlando delle elevate differenze di costi al minuto in Europa – ha mostrato una tabella in cui tutte le tariffe per le chiamate internazionali sono superiori ai valori dell’Eurotariffa 2013.
Tutte. Una certificazione (in)volontaria.
NB: la soluzione a questa contraddizione comunque non è in carico all’UE (l’Eurotariffa non vincola le normative interne, nda), ma alle singole autorità nazionali. In Italia AgCom ci aveva provato, i risultati però non sono stati così brillanti vedendo le tariffe attuali…
Una risposta a “Il paradosso dell’Eurotariffa “certificato” dall’UE”