Leggevo nei giorni scorsi, con somma meraviglia, una proposta così intelligente che non mi sembrava vero.
[…] dal primo novembre 2009, in Italia e in gran parte del Vecchio Continente sara’ possibile domiciliare sul proprio conto corrente anche il pagamento di un servizio (utenze domestiche, fatture telefoniche, ecc.) acquistato in un altro Paese europeo gia’ facente parte dell’eurozona.
Anche per il pagamento delle bollette arriva cosi’ il ‘passaporto Ue’, sebbene il servizio inizialmente sara’ offerto dalle banche su base volontaria. Ma tra un anno, cioe’ dal 2 novembre 2010, tutti gli istituti di credito dei Paesi aderenti all’eurozona dovranno offrire obbligatoriamente questa possibilita’.
Dal 2014 sara’ poi completata l’estensione del servizo a tutti i Paesi aderenti al Sistema di pagamenti europeo (Sepa), cioe’ i 27 Ue piu’ la Norvegia, la Svizzera, l’Islanda, il Liechtenstein e il Principato di Monaco, indipendentemente dalla moneta in circolazione in ciascuno di loro.
Ad oggi in Italia, secondo i dati diffusi dall’Associazione bancaria italiana (Abi), ben 450 banche, per un numero di filiali pari a 23mila (su un totale di 34mila) sono pronte a offrire alla propria clientela questo strumento. [via Aduc]
Utile e divertente. In pratica potrei aprire un abbonamento francese con Orange se vado spesso là e lo pago con il mio conto corrente italiano. Fantastico, no?
Ma chi lo ha proposto ha mai saputo che in Italia, Francia etc. etc. AD OGGI nella gran parte dei contratti telefonici manco viene prevista la possibilità di inserire un indirizzo estero in anagrafica? Basti pensare che, alle soglie del 2010, è praticamente impossibile ricaricare online una sim estera con una carta di credito straniera… mi pare paradossale che ora nasca un (doveroso) obbligo per pagare le fatture telefoniche di quei gestori che manco hanno aperto le porte alla libera circolazione degli SMS europei!
…un anno passa veloce e non vedo miracoli all’orizzonte.
I think what they did to you was unfair and poor customer service