Eutelia al punto di partenza

Già in passato ho trattato di Eutelia. Leggendo le agenzie degli ultimi giorni mi è tornata in mente una rettifica del maggio scorso che mi  sembrava non dicesse niente di nuovo.

Rileggo le parole di Samuele Landi (“[…]il settore It sta effettivamente trainando la società al baratro e se non viene dismesso immediatamente vanno a casa pure tutti i dipendenti di Arezzo […]”), le azioni fatte dopo il passaggio ad Agile degli impiegati IT (ossia le preoccupazioni dei revisori)  e la nota stampa di due giorni fa (“[…]il Tribunale del lavoro di Roma  ha annullato gli effetti della cessione di Agile (circa 1.800 dipendenti) da parte di Eutelia al gruppo Omega […] la sentenza del Tribunale non annulla la cessione in se’ ma i suoi effetti (trasferimento del personale) […] Secondo il Tribunale l’operazione sarebbe avvenuta in violazione dell’articolo 47 della legge 428 […]“).

Se continua così è troppo facile fare previsioni nel campo delle TLC nostrane, se si potesse scommettere andrebbero date al massimo alla pari della puntata. E’ così ovvio quel che sta accadendo che sembra tutto strano.

Connectivity Day, la Toscana contro il digital divide

Che strano gestore Eutelia. Come ho sottolineato nel titolo è protagonista, almeno in Toscana, nell’abbattimento del digital divide. Il “Connectivity Day” è un progetto della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo nato con l’obiettivo di eliminare l’emarginazione digitale che colpisce le famiglie e le imprese collocate nei territori geograficamente svantaggiati. Il bando regionale ha aggiudicato i lotti di Arezzo, Lucca, Pistoia e Massa Carrara ad Eutelia che ha lavorato secondo una lista di priorità stilato dalla Provincia privilegiando i territori la cui popolazione non era in alcun modo servita, elenco che è stato recepito dalla Regione Toscana nel proprio bando di gara. Nel contratto di affidamento del servizio tra la Regione Toscana e Eutelia ci sono anche precise indicazioni sui costi del servizio, indicando le tariffe massime che potranno essere applicate dall’operatore per attivazione, noleggio degli apparati, connessioni e manutenzione.

Ma Eutelia non abbatte solo il digital divide, licenzia anche un paio di migliaio di lavoratori. E se non bastasse stando a un comunicato sindacale, Eutelia ha avviato la procedura per la cessione del settore IT ad Agile srl, una controllata al 100% con sede a Potenza che opera nel settore dei call center e che un tempo faceva capo a Getronics Italia, acquisita dalla società di tlc di Arezzo tre anni fa.  Secondo quanto scritto in un blog dei lavoratori del settore IT di Eutelia, la cessione dovrebbe avvenire entro 25 giorni dalla data della citata comunicazione (18 maggio), cioè entro il 12 giugno. Eutelia al momento non ha emesso alcuna comunicazione ufficiale pubblica a riguardo. Intanto domani, giovedì 28 maggio, è il giorno dello sciopero dei dipendenti del gestore aretino.

Eutelia, la rettifica che conferma

Leggo sulla “Nazione” di Arezzo odierna quanto segue:

ASSUMONO un’importanza decisiva la rettifica inviata da Samuele Landi al sito ArezzoNotizie, in cui il rappresentante di Eutelia afferma che «Il settore It sta effettivamente trainando la società al baratro e se non viene dismesso immediatamente vanno a casa pure tutti i dipendenti di Arezzo che allo stato attuale non sarebbero interessati a riduzioni, anzi in caso di positiva soluzione, si troverebbero fuori dal contratto di solidarietà. I dati pubblici della prima trimestrale 2009 di Eutelia ne danno un’evidente conferma».

Merita attenzione la precisazione di Samuele Landi secondo cui i dipendenti aretini non sarebbero investisti, se le cose andranno nel senso auspicato dall’azienda, da rischi per l’occupazione e, addirittura, potrebbero ritornare immediatamente al lavoro. Naturalmente a pieno ritmo.

E’ una rettifica o la conferma di qualche interrogativo dei mesi scorsi?

Eutelia, la (brutta) storia continua

Licenziare è una scelta strategica? si chiedeva il senatore Achille Passoni il mese scorso sul suo blog riguardo alla vicenda Eutelia.

Pare di sì. Varie analisi tra cui quella di Quintarelli hanno fatto emergere un quadro piuttosto chiaro sulle intenzioni della società  aretina. Che dai 2000 licenziamenti è passata alla cassa integrazione per 24 mesi per 1950 dipendenti… capisco la differenza, ma nei fatti è quasi un sofismo. Anzi no, non lo è. Almeno per le casse dello Stato: visto che si diceva nel piano industriale di inizio marzo che c’era “un eccesso di 1950 unità  lavorative utilizzate nel settore It ” direi che Quintarelli aveva ragione sul fatto che i “2/3 della forza lavoro sarebbero circa lavoratore più lavoratore meno, il numero di coloro che sono frutto delle varie integrazioni societarie con l’acquisizione di altri competitor (NoiCom, etc etc).”

Stai a vedere che Eutelia ha eliminato comprato dapprima i suoi competitor e poi usa i soldi pubblici per sbarazzarsi de. pagare gli (ex) concorrenti e i dipendenti che non servono?

Se questa (cattiva) impressione fosse la realtà  saremmo di fronte a un nuovo brutto esempio.

Eutelia, il grande giorno dello sciopero (e non solo)

Sciopero e non solo. In queste ore c’è il maxicorteo dei dipendenti Eutelia che protestano contro il licenziamento in massa che riguarderà circa i tre quarti dell’attuale forza lavoro. C’è chi parla di un rischio Finmek (la storia ricorda sembra ritornare…), tanto che quel che mi ha raccontato un amico fidato fidatissimosembra far quadrare il cerchio.

L’amico, infatti, lavora presso un ufficio legato a quelle mille attività che la società aretina ha fuori dalla Toscana: beh, mi scrive che “ieri sono passati i Carabinieri in ufficio. Sono venuti – in borghese – a chiedere informazioni. Da quanto esiste questa società, da quanto tempo ha la sede qui, quante gente c’è, ecc…“.

Altro che rischio Finmek, si rischia di parlare del “caso Eutelia” per il futuro.

Eutelia, arriva la mobilità nonostante i contratti di solidarietà

La crisi di Eutelia, aggravatasi nelle ultime settimane, non sorprende. Ero tra i tanti che, già nei mesi scorsi, si chiedeva “quale futuro ci sarebbe stato per Eutelia”.

Oggi arriva una risposta, negativa. Dopo un incontro tra alcuni deputati e i sindacati sulla crisi della società aretina difficile non concordare con Rolando Nannicini, Vinicio Peluffo, Andrea Lulli e Alberto Fluvi: “Se l’esempio dei contratti di solidarietà  – con riduzione d’orario e di salario – è come quello di Eutelia, c’è davvero di che preoccuparsi“.

Oggi infatti abbiamo incontrato – aggiungono i deputati – i rappresentanti sindacali dell’azienda, Fim e Fiom, dopo che questi erano stati ricevuti dal ministero delle Attività produttive. Il quadro che emerge è drammatico: su 2400 lavoratori, c’è una richiesta di mobilità per 1800 di loro. Nonostante il contratto di solidarietà (che prevede riduzione di orario e di salario per superare la crisi aziendale) scada il prossimo giugno. I parlamentari del Pd si sono impegnati a presentare subito interrogazioni ai ministri del Lavoro e delle Attività produttive per ottenere un chiarimento sulla vicenda“.

Ricordiamo – concludono – che Eutelia ha rilevato a suo tempo attività  significative come Bull ed ex Olivetti e attualmente in questo settore I.T e Tlc ci sono complessivamente 2400 lavoratori con importanti commesse pubbliche di ministeri, delle Poste, di Regioni e di Asl.”

Traduzione per chi non ama i virgolettati. Nonostante tutto quello che è stato in suo favore, Eutelia pensa di mandare a casa due terzi dei propri dipendenti. Non pochi tra gli addetti ai lavori, si legge sui giornali, contestano il fatto che coloro che hanno gestito l’azienda aretina debbano farsi un “sano esame di autocoscienza” su un business plan che negli ultimi anni ha calcato troppo la mano sui servizi VAS per permettere uno sviluppo a 360° della società; da Eutelia mobile alla… mobilità di Eutelia.