Google Voice, invidia ed occasioni perse

Stavo leggendo un nuovo servizio di Google Voice con un misto di invidia (in Italia il servizio non è attivo) e un poco di rabbia.

Rabbia? Si può essere arrabbiati nel sapere che gli americani possono ascoltare nella loro casella di posta i messaggi della segreteria telefonica?

Certo che no. Ma lo spunto della rabbia è che già nel 2001 usufruivo di questo servizio in Italia. Sì, in Italia. Con Wind e i suoi servizi di segreteria avanzati che permettevano di ricevere nella propria email i messaggi, in formato .wav come nell’immagine qui sotto, lasciato nella casella vocale.

Segreteria_wind

Otto anni fa c’era già il futuro in casa, peccato che il gestore in mano a Sawiris abbia lasciato morire la speranza di arrivare – per una volta – prima di Google e degli stranieri… più che rabbia, amarezza. Eh sì, forse è questo il sentimento giusto dopo aver ritrovato tra le vecchie email di otto anni fa quel che oggi mi sembra il futuro.

iPhone tra clausole e cavilli…

Non solo H3G, ma anche Tim e Vodafone nelle limitazioni contrattuali sul nuovo iPhone. Macity, attento da sempre al mondo Apple, ha fatto un ottimo riassunto su tutte le clausole dei vari piani dopo l’esplicazione delle note relative ai contratti 3 Italia per i primi iPhone by H3G.

Iniziamo da Vodafone che già anni fa ha tirato fuori dal suo cilindro le clausole contrattuali incrementate proprio ultimamente con ulteriori limitazioni anche sul traffico internet.

Vodafone prevede esplicitamente nelle sue Vodafone Più Facile (che vengono in sostanza applicate anche ai contratti iPhone) che: “il traffico (voce e/o SMS) giornaliero e/o mensile complessivo verso Altri Operatori non sia superiore all’80% del traffico totale uscente” e che “il traffico (voce e/o SMS) giornaliero e/o mensile complessivo verso un singolo Operatore, non Vodafone, non superiore al 60% del traffico totale uscente”. Clausole simili a quelle di 3 e per alcuni versi persino più restrittive visto che Vodafone impone una quantità minima di traffico giornaliero o mensile verso la propria rete.

Passiamo a Tim che non è da meno.

Anche Tim ha condizioni che ricordano molto quelle di 3, solo che nel caso dell’operatore mobile di Telecom vanno cercate nelle Info Consumatori, dove ci sono le Condizioni generali contrattuali per Clienti prepagati e abbonati. Qui si legge che il cliente è tenuto ad usare la rete e gli apparecchi per “uso personale” e che viene considerato uso personale “a) traffico giornaliero uscente sviluppato per LINEA non superiore a 160 minuti e/o 200 SMS; b) traffico mensile uscente sviluppato per LINEA non superiore a 1250 minuti e/o 2000 SMS; c) traffico giornaliero in uscita verso la rete mobile TIM di Telecom non superiore all’80% del traffico giornaliero uscente complessivo; d) rapporto tra traffico voce e SMS giornaliero uscente complessivo e traffico voce e SMS giornaliero entrante complessivo non superiore a 4”. Le condizioni c e d sono quelle che possono in qualche modo avvicinarsi alla ben nota “clausola 10” di 3 anche se con qualche curiosa differenza. La principale è che Tim non chiede, per ragioni sconosciute, di fare un numero minimo di minuti nella sua rete, ma un numero minimo di minuti fuori dalla sua rete (il 20%). Come 3, chiede che ci sia un rapporto minimo di chiamate ed SMS in entrata rispetto a quelli in uscita: il 25%. Da sottolineare che Tim, come Vodafone, impone alcuni limiti alle chiamate verso 3 Tutto Compreso 60 e , Tutto Compreso 90: 200 minuti, Tutto Compreso Unlimited 500 minuti. Tim non prevede, al contrario di Vodafone e 3, il transito forzato verso un altro piano tariffario se le condizioni non fossero rispettate, ma la rescissione dell’accordo commerciale.

Un’analisi faticosa quella fatta dai colleghi di Macity, a cui va aggiunta anche quella verso Wind: ebbene sì, pur non vendendo il terminale citato anche il gestore arancione ha da tempi i propri limiti contrattuali.

Fatevi bene quindi i conti… e soprattutto siate onesti: il fine di queste clausole è, ahinoi, ben conosciuto. Nonostante il sottoscritto ritenga molte di esse incongruente con le stesse offerte in essere non c’è da dimenticare che il tipo di cliente da “fermare “è ben chiaro. Uomo avvisato…

[via Macity | Abbonamenti iPhone, ecco tutte le clausole da tenere presente]

L'(ab)uso del Corecom

Parto dai numeri: 53 chiamate al 155, 4 mesi e 13 giorni per gestire una segnalazione e 19 minuti al Corecom per risolvere un banale disservizio.

Questi i dati del mio problema dell’invio SMS da Firenze e dintorni che ho sofferto sulla mia sim Wind. Un paradosso: cosa era successo?

Era successo che dal giorno di San Valentino mi ero accorto che la mia linea telefonica non riusciva ad inviare SMS solo da alcune (ben) determinate zone d’Italia: dal mio paese di residenza, Rignano sull’Arno, nessun problema ma appena mi spostavo a Firenze, Roma, Versilia e sommariamente in tutto il nord della Toscana la rete mi restituiva un messaggio di errore.

Il 155 ha faticato a credermi (per usare un eufemismo… in un paio di occasioni gli operatori sono arrivati a dileggiarmi pesantemente, sic), ha cestinato almeno l’80% delle mie chiamate facendo cadere la conversazione o semplicemente “aprendo” segnalazioni mai esistite… e quando le segnalazioni sono state realmente aperte (ne ho certificate solo 4, nda) sono state chiuse in pochi minuti millantando, fino a pochi giorni dalla conciliazione al Corecom di lunedì scorso, di essere l’ufficio tecnico: peccato che non lo fossero, tanto che in sede conciliativa la mia richiesta è stata che la mia pratica fosse semplicemente lavorata da un tecnico del gestore.

E così è stato. Finalmente dal fine settimana scorso ho avuto il piacere di messaggiare ovunque mi trovassi tanto che sabato – contento come un bambino – ho inviato il mio primo SMS da… Firenze; ieri sera ho perfino ‘bissato’ dalla provincia di Lucca! Problema quindi finalmente risolto. Peccato che per avere quanto di più normale ci fosse – ossia la gestione di un disservizio da parte dell’ufficio tecnico… – abbia dovuto disturbare il Corecom Toscana.

Vi pare normale che uno debba fare questo uso del tentativo obbligatorio di concilazione quando basterebbe ascoltare i Clienti?

PS: per la cronaca ho appena scritto a Wind una lettera in cui chiedo, in nome della trasparenza, di conoscere quale fosse il tipo di disservizio sulla mia linea. Avrò mai risposta?

Contact Center AGCOM: se questa è la strada…

Ho parlato con vera soddisfazione della nascita del numero verde AgCom: una nuova via che ritengo importante, un contact center per i cittadini che vogliono segnalare quei disservizi che i gestori spesso ignorano.

Una buona strada che rischia di essere inutile se l’AgCom però prosegue la strada degli stessi operatori con risposte preconfezionate e, soprattutto, senza leggere l’oggetto della segnalazione. Faccio un caso pratico: ho segnalato all’Autorità il fatto che non c’è scritto nelle condizioni generali di Wind il limite dei 1500 € per ricaricare (e rinnovare) la scadenza delle sim prepagate arancioni. Beh guardate la risposta, mi viene detto di leggere quelle stesse condizioni di contratto che ho segnalato loro di non avere nessuna nota in tal senso… sic.

Gentile utente,

Con riferimento alla sua segnalazione, si desidera informarla che l’art. 1 comma 3. della Legge 40/2007 (cd. Legge Bersani) ha stabilito che il traffico o il servizio che siano stati acquistati dagli utenti non possano essere sottoposti a limiti temporali massimi di utilizzo. Pertanto, l’utente, una volta ricaricato un importo da utilizzare in traffico telefonico o in servizi televisivi, ha diritto a non perderlo nei limiti di tempo previsti dalla prescrizione ordinaria (10 anni), anche se il rapporto contrattuale viene meno.

L’obbligo di non porre vincoli temporali di utilizzo si applica, tuttavia, esclusivamente all’importo di traffico o di servizio acquistato, e non alla SIM (o alla smart card) che costituiscono invece “supporti” per utilizzare il traffico o il servizio e che dopo un certo periodo di mancato utilizzo possono essere disattivate purché gli importi residui di traffico o di servizio acquistati dall’utente siano restituiti o rimangano a sua disposizione, per esempio su una nuova tessera. Generalmente gli operatori telefonici chiedono che sia effettuata almeno una ricarica ogni 12 mesi. Si consiglia, comunque, di controllare le Condizioni generali di Contratto del proprio operatore.

Per ulteriori richieste di informazioni può rivolgersi al nostro servizio di Contact Center raggiungibile a mezzo email all’indirizzo info@agcom.it o a mezzo telefono –dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 14.00 – al numero verde 800 185060 (da rete fissa) o al numero geografico 081 750750 (da rete mobile).

Speriamo sia stata una svista, se questo è il livello di intervento si rischia l’inutilità globale…